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venerdì 7 novembre 2008

nadiolinda @ Community_All Music

intervista realizzata per Community - All Music
7 novembre 2008


video-intervista realizzata per Corriere.it
4 novembre 2008
servizio di A.Chieli


martedì 4 novembre 2008

Corriere della Sera - Corriere.it 4.11.2008

intervista realizzata per Corriere.it
4 novembre 2008
servizio di A.Chieli
potete leggere l'articolo originale cliccando
qui


CORRIERE DELLA SERA.it

Luci rosse... in rosa: Sono sempre più le donne a firmare i libri dedicati al proibito

Principe azzurro? No, meglio «schiavo»

Dominazione e sesso di gruppo in cima ai gusti erotici delle donne. I risultati di una ricerca sulla letteratura osé

MILANO - L’eros è femmina. Vale quasi sempre, ma ancora di più in letteratura, dove il genere è prerogativa del gentil sesso, che poi a quanto pare, tanto gentile non è. Il trend era già in atto da qualche anno come dimostra la prolificità della collana Pizzo Nero, edita da Borelli, il cui claim recita «romanzi erotici per donne scritti da donne». E proprio l’editore Borelli, per Pizzo Nero, ha realizzato un’inchiesta interessante sul profilo degli acquirenti di libri erotici: sono donne al 65%, per il 63% di loro l’eroina ideale è una donna in carriera, seguita a ruota dalla spregiudicata e dalla disinibita, e se pensate che l’eroe sia il principe azzurro, ravvedetevi: è lo schiavo sessualmente sottomesso, che con un indice di gradimento del 60% batte sul campo sia l’esecutore che il romantico (misero 35%).

DOMINAZIONE E SESSO DI GRUPPO - Per quanto riguarda l’ambientazione delle fantasie erotiche va alla grande l’albergo di lusso (30%), ma non se la cavano male neanche ambulatori medici (27%) e prigioni (25%). La fantasia erotica più gettonata? Dominazione, manco a dirlo, (35%) seguita a lunga distanza dal sesso di gruppo (16%). Ma c’è un nuovo interessante risvolto che riguarda tutta una categoria di scrittrici erotiche italiane ed è la componente world wide web. Le nuove scrittrici non si nutrono di sola carta: scrivono blog, si fanno promozione su myspace o facebook, utilizzano la tecnologia come raccolta e veicolo di comunicazione, hanno avatar e state sicuri che potete trovarle in rete per molta parte del loro tempo.

COMPAGNI DI LETTO - Chi sono? Tipe toste, le signore. Hanno circa trent’anni, sono ovviamente laureate e lavorano nell’ambito della comunicazione. Si chiamano Elena Torresani, Nadiolinda, Cristiana Formetta, Caterina Cutolo, Gisy Scerman, Eliselle. Ognuna racconta l’eros, talvolta il sesso, a modo suo. L’unico comune denominatore è l’utilizzo di un nuovo mezzo per comunicarlo. Nadiolinda, che per Mondadori ha pubblicato «Se non ti piace dillo, l’amore ai tempi dell’happy hour», traccia un’indagine sociologica applicata al maschio, quasi un’antropologia alla ricerca del perfetto compagno. Di letto e non di vita, come ci tiene a precisare l’autrice, che ironicamente racconta vizì e virtù di un anno di singlelaggio selvaggio. Nadiolinda è partita da un blog, segnalato poi agli addetti ai lavori, ha un suo sito internet e, ovviamente un Myspace. «Da quando ci vivo nel web, come Nadiolinda, ho imparato che ci puoi costruire relazioni importanti e anche prendere delle cantonate colossali. Appartengo all'ultima generazione che considera il reale più del virtuale. ma che si sta arrendendo all'evidenza del fatto che la virtualità è una parte irrinunciabile della vita di tutti i giorni. Sono una zia curiosa, poco attenta alle mode e molto critica su tutto quello che vedo: mi capita di dare consigli e di non capire quello che mi viene spiegato, anche quando sono stata io a fare le domande. E sì che mi sembrava anche di aver fatto una domanda chiara... è che il web ha un linguaggio tutto suo, che un po' è suppergiovane e un po' è supperingegnere e io coi troppo giovani e con i troppo ingegneri non c'ho mai preso molto. Ecco la verità: il web è un'orizzonte e la vita virtuale rende possibili molte cose che nella vita reale non hanno mezzi né spazi. Nadiolinda non esiste. Ma a volte ho l'impressione che sia più reale di me. Nadiolinda è il mio potenziale illimitato, la mia occasione di eternità, ma è anche una stronzetta virtuale e l'ho avvertita più volte: se non ti dai una regolata, se non la pianti di flirtare dallo schermo, se non ti copri un po' e non impari cos'è la decenza... mi bastano tre click per eliminarti per sempre dalla rete!».

SUL WEB SI OSA DI PIU' - Stesso percorso per Elena Torresani , che ha da poco pubblicato il suo primo libro «L’inferno di Eros - un poema erotico» (AndreaOppureEditore), un libro nato dall’incontro in rete con la fotografa Monica Papagna. «Tra i lettori del mio blog si annidava la fotografa Monica Papagna, che un giorno mi ha contattata per chiedermi se mi andava di scrivere un pezzo erotico per il vernissage della sua mostra “Fil Rouge” presso la Marena Rooms Gallery di Torino. Ammetto che non è stato facile: l’erotismo era un genere un po’ troppo sottile per il mio stile ruspante. Alla fine però la lettura di “Danze Balcaniche” davanti ai giornalisti intervenuti per il vernissage è stato un successo, e questo ha decretato la nascita del mio primo libro “L’inferno di Eros”. Unendo gli scatti della Papagna alle mie parole, dando libero sfogo anche a linguaggi erotici un po’ più spinti e a paesaggi più goderecci (decisamente più nelle mie corde) in due mesi di notti sulla tastiera ho sfornato questa creatura, che a gennaio 2008 è stata pronta per la valutazione delle case editrici. Ovviamente, in tutto questo la rete ha avuto un ruolo fondamentale: non sarei mai arrivata a sviluppare nessun ipotetico talento né a pensare di poter pubblicare un libro. Ho sempre saputo di essere priva di qualsivoglia spirito narrativo, e solo il supporto e l’affetto dei miei amici del web mi ha spinto ad osare il passo dal blog alla carta stampata».

L'EROTISMO 2.0 - Poi c’è Cristiana Danila Formetta, l’unica scrittrice attiva anche in America. In Italia ha pubblicato per la Coniglio Editore il romanzo erotico «La vita sessuale dei camaleonti» già incluso nella prestigiosa antologia International Erotica (Robinson, London), al fianco del premio nobel Elfriede Jelinek e di J.G. Ballard.Nel 2008 ha pubblicato Necro Baby, un booklet per la PesaNerviPress con racconti di pericolose "femme fatal" che prima seducono e poi distruggono chi le avvicina. «I blog promuovono un contatto diretto tra l'autore e il lettore, e permettono di entrare in confidenza con migliaia di persone, di stringere rapporti più stretti con il pubblico in maniera più immediata di come accadeva in precedenza, con i tour letterari, ad esempio. Credo che oggi il termine "scrittura erotica" sia limitato, sarebbe più giusto parlare di Erotismo 2.0. perché con internet il sesso è oramai una questione di byte, e strumenti come blog o social network sono diventati un ottimo strumento di promozione per le proprie opere. Io per esempio sono molto attiva su My Space». Val la pena di segnalare la collaborazione allo stilosissimo blog www.cooletto.com, un blog tematico che tratta di erotismo a tutto tondo: sesso frizzante, perverso, burlesque, ma anche fetish e sadomaso, con lezioni di bondage e altri tutorial illustrati del genere.

ROMANTICISMO E SESSUALITA' - Caterina Cutolo ha pubblicato nel 2005 il suo romanzo d’esordio «Pornoromantica», una versione narrativa dei migliori post del suo blog, dove con grande ironia ed uno stile leggero e scanzonato, l’autrice fonda una vera e propria corrente di pensiero che combina l'integralismo romantico con il sesso sublime: il Pornoromanticismo, appunto. «Ho aperto il blog Pornoromantica nel giugno 2003, più che altro spinta dall'idea di avere finalmente dei lettori, cosa che mi stimolò moltissimo e da subito a sforzarmi di scrivere meglio, di catturarne l'attenzione, di spingerli a lasciarmi un'impressione, un feedback tra i commenti. L'ho intitolato Pornoromantica senza pensare in verità a dei contenuti a tema, ma solo perché mi ero appena inventata questa parola e mi divertiva e mi rappresentava in quel momento. Dopo un paio di mesi ricordo che scrissi un post diverso dagli altri, in cui raccontavo la mia scoperta della masturbazione all'età di 21 anni, dei fallimentari (e comici) tentativi prima di riuscirci, di come la mia vita sessuale sia cambiata in meglio in seguito grazie al fatto che conoscevo meglio il mio corpo e il mio piacere. La reazione dei lettori e delle lettrici fu entusiasta e partecipata, questo mi ha spinta da quel momento in poi a continuare il blog a tema, tanto più che a quel punto il titolo del blog si è rivelato assolutamente perfetto».

PADRONA E SCHIAVO - Chiudiamo la carrellata con Eliselle: ha pubblicato racconti erotici come «Altri amori» e «Tua, con tutto il corpo» antologia di racconti erotici al femminile. Dai suoi testi erotici è stato ricavato uno spettacolo teatrale, «Strettamente riservato», rappresentato in luoghi off-off di Milano dalla compagnia teatrale Attoprimo, diretta da Rocco Di Gioia. Adesso però ha fatto il grande salto, è passata dall’erotismo ai chick -lit, con il divertente «Fidanzato in affitto» (Newton Editore), la storia di una ragazza qualunque che quando perde il lavoro per mantenersi adotta uno schiavo. «Dopo un'iniziale titubanza, Cristal decide di tentare il tutto per tutto e risponde a un annuncio che sembra fare al caso suo: "Cerco disperatamente una padrona per servirla come suo schiavo... Adorazione senza limiti né remore"» si legge nella quarta di copertina.. A ben vedere, un po’ di sesso è rimasto anche qui….

Arianna Chieli

domenica 5 ottobre 2008

Vite Reali - Rai4 5.10.2008

intervista realizzata per Vite Reali - Rai4
5 ottobre 2008
servizio di A.Arcieri


sabato 4 ottobre 2008

premio Donna Italiana 2008

sabato 4 ottobre 2008
Gran Galà Donna Italiana - 1^ edizione
Gardone Riviera (BS) - Hotel SPA Villae Montefiori
Promo: View First Ltd


sabato sera, al
Gran Galà Donna Italiana, ho ricevuto un premio per la letteratura. perché, pare, sono riuscita a tirar fuori uno stile dal blog.
e a dirvi il vero, mi ha fatto piacere, anche se è una piccola cosa perché pubblicare un libro come il mio è fatica e bisogna combattere con moltissimi pregiudizi.
qualche giorno fa ho visto una critica al libro di giordano che lo accusava di utilizzare un periodare un po' troppo semplice. questo lo rendeva un autore di serie b. figuratevi a cosa mi tocca controbattere a me... e vabbè. comunque, il premio me l'ha consegnato una donna davvero in gamba: Patrizia Rappazzo, che ha dirige il festival Sguardi Altrove, ormai un punto di riferimento per chi parla di donne. e l'applauso più grande è andato alla bravissima e tenera Giulia Quintavalle, che è davvero una forte, non solo perché ha vinto un'oro, ma perché a starle vicino si fa fatica a non abbracciarla forte per dirle che le si è vicino.

la mia piccola leonessa d'argento la dedico, col cuore, a tutte le ragazze che mi hanno letto e mi hanno scritto e che mi hanno fatto sentire un'amica, una confidente. l'affetto non ha nulla a che vedere con il merito. però questa dedica è il mio modo per ricambiare il sostegno che -senza saperlo- mi hanno dato in questi mesi.








martedì 23 settembre 2008

Intervista a Caponetto Show

Intervista a Radio Time
programma: Caponetto Show - h.8-11 ogni mattina
frequenze Sicilia 94 o 106.9 e streaming-audio
conduttore Capo (Gioacchino Caponetto)











giovedì 11 settembre 2008

Bresciaoggi- 11.09.2008

intervista apparsa su BresciaOggi
11 settembre 2008
di D. Bonetti

per scaricare l'articolo (.jpg) clicca sul seguente link

mercoledì 3 settembre 2008

Intervista su Comunitazione

Intervista apparsa su Comunitàzione
di L. Gorini
potete leggere l'originale a questo link


Nadiolinda: vi racconto io come vogliono amarsi i giovani d' oggi
di laura gorini

L'autrice bresciana di Se non ti piace dillo. Il sesso ai tempi dell'happy hour si svela a Comunitazione

Nadiolinda è una giovane scrittrice bresciana.
Acuta e spredigiudicata come poche
ha deciso di dare sfoggio delle sue esperienze
in campo amoroso nel suo primo romanzo,
edito da Mondadori.

Nadia perché scrivere un romanzo dal titolo “Se non ti piace dillo. Il sesso ai tempi dell’happy hour”?
La nascita di questo libro è stata quanto mai casuale. Io avevo voglia di scrivere come le vedevo io queste relazioni da inizio millennio: caotiche, disordinate, ansiose, insoddisfacenti. Avevo voglia di guardare un po’ più in là e cercare un punto di inizio che potesse fare un po’ da bandolo della matassa.Fuori di metafora, la domanda a cui ho cercato di rispondere è stata: come abbiamo fatto a ridurci così? Senza giudicare nessuno, ho cercato di ironizzare su tanti comportamenti che spesso ci si porta addosso; come un vestito che magari è alla moda, ma non ci valorizza come vorremmo.Volevo che ognuno si riconoscesse per poter ridere di sé e, magari, avere un momento di riflessione su cosa vuole davvero dalle relazioni e dall’amore.

Credi veramente che ci sia un legame tra il sesso e l’ora dell’aperitivo?
L’happy hour è un veramente un luogo metafisico, nel senso che non esiste.
E’ un limbo, un purgatorio, un luogo in cui si attende qualcosa di migliore o di peggiore e in cui, però, non si può star fermi.
Si mangia, ma non si cena. Si brinda, ma non ci si ubriaca. Si sta insieme, ma non perché duri.

I ragazzi di oggi dunque sono più propensi a cercare una storia di una notte piuttosto che una storia seria e duratura?
Non è così semplice. Le storie durature, che immagino tu identifichi come ‘Il grande amore’ non è per tutti. Nelle relazioni entrano in campo la statistica e la fortuna.
Per avere una relazione decente devi passare centinaia di incontri pessimi e decine di appuntamenti disastrosi o di basso livello.
Perché una di queste relazioni sia un amore che dura una vita devi avere una fortuna smaccata. E, comunque, non è detto che un grande amore possa trasformarsi in una convivenza serena o in un rapporto soddisfacente: a volte ci si ama pazzamente, ma stare insieme diventa impossibile.

Nel tuo romanzo parli per lo più di sesso e non di amore. Credi che ci sia una così netta differenza tra i due?
Il sesso è difficile da gestire: quando si è nudi in un letto, si diventa nudi anche con l’anima.
E lì è necessario ancora di più essere sinceri, con se stessi e con l’altro.
Capita di avere fantasie sessuali che il partner non condivide o disapprova addirittura e allora il sesso può diventare davvero un problema.Così come spesso l’intimità viene usata per catalizzare o risolvere i conflitti. Insomma: al sesso si chiede spesso di essere quello che non è.
Io credo che la conoscenza del piacere e l’appagamento sia un percorso personale, da svolgere lungo tutta una vita. E che è necessario essere tolleranti e comprensivi, senza giudicare a priori. La libertà e l’autocoscienza sono ancora un traguardo da raggiungere per molte persone. E di certo, il bombardamento mediatico di modelli fuorvianti non aiuta.

In molte foto sul tuo My Space ( www.myspace.com/nadiolinda) ti fai ritrarre in pose sexy e seminuda. Non ti imbarazza posare senza veli?
Cara mia: su Myspace io sono un’educanda! Ci sono avatar così espliciti –e quasi mai maggiorenni- che riescono ad essere davvero imbarazzanti. A me vien voglia di conoscerli per chiedergli se anche nella loro vita reale vanno in giro così. Con le fotografie, in effetti, gioco spesso sulla seduzione, che non è mai esplicita. Molte foto me le scatta il mio fidanzato: quelle davvero private e sexy rimangono chiuse a chiave nel cassetto.

In generale cosa ne pensi delle giovani che oggigiorno sono pronte a tutto pur di sfondare nel dorato mondo dello spettacolo?
La micronotorietà è un fenomeno diffusissimo, arrivato con i reality ai massimi livelli.
Ma poi c’è una cosa che si chiama ‘mestiere’ che è fatto di lavoro, studio, applicazione, gavetta, umiltà. E quello sono in pochi a poterlo fare.
E dovremmo parlare del perché molte donne -ma anche uomini, non credere!- sono pronte a tutto.
Quando nacquero le prime vallette, anni fa, un noto presentatore (credo Arbore, ma non ne sono sicura) ebbe a dire che facevano la stessa funzione del cestino della carta straccia: portavano la busta al conduttore intatta e la riportavano via rotta. Ma la migliore l’ho sentita dalla mamma di una letterina, che quando la figlia le ha detto che ‘ce l’aveva fatta’, ha sentenziato: ‘A me sembra solo che ti sei fatta togliere le mutande da tutta Italia’. La mamma l’ha vista giusta!

Il tuo romanzo inizia con una scena piuttosto forte: tu che abbandoni il tuo fidanzato storico in autogrill in una maniera poco ortodossa. Ma nella vita, se non erro, sei felicemente fidanzata. La domanda dunque nasce spontanea...Quanto c’è di autobiografico nel testo?
Io sono diversa da quello che scrivo, ma in quello che scrivo, ovviamente, ci sono anch’io. La storia di ognuno non interessa a nessuno.
Se si scrive per parlare di un tema comune, è bene creare una situazione di vita in cui in molti possano riconoscersi e ritrovarsi, che assomigli a ognuno senza calzare a nessuno.
Si: il fidanzato ingegnere l’ho piantato in malo modo.
D’altronde, eravamo a una situazione terrificante: anche se non ho voluto tediare tutta Italia con la nostra penosa relazione, questo non significa che lui fosse davvero uno “stronzo” e che stare con lui mi ha insegnato esattamente cosa non voglio mai più in una relazione.
Mi hanno scritto diverse lettrici dicendomi che anche loro hanno avuto rotture simili alla mia, durante viaggi in moto.Perciò, uomo, se vuoi far felice la tua donna e rimanere fidanzato, vattene in moto con chi vuoi, ma in vacanza solo su quattro ruote!

Nadia nella vita reale com’è? È molto differente da Nadiolinda?
Non direi: io scrivo come parlo; e parlo come mangio.
E mi piace molto il piccante.
Nadiolinda è un bel personaggio, che è doppio, come me.
Ha momenti di riflessione, ma per lo più si diverte a dissacrare.
Nadia è sostanzialmente più analitica, più riflessiva.
E’ Linda la vera festaiola, che sa sempre come sdrammatizzare.
Nella vita, io sono un gemelli ascendente bilancia: essere doppia fa parte di me.
E Nadiolinda, in fondo, sono io, con tutte le mie contraddizioni.

A proposito perché questo nomignolo?
Un soprannome nato per caso da una collega di lavoro.
Anni fa, quando lavoravo in università, un giorno mi chiama la mia collega Piera e mi dice: ‘Ciao Nadiolinda. Come stai?’. Lei era felice e di buon umore e questo soprannome ha messo di buon umore anche me.
Me lo sono sentito immediatamente mio, da subito.E da allora siamo inseparabili.

E ora dopo un romanzo così “hot” che cosa possiamo e dobbiamo aspettarci da Nadiolinda? Come sarà il tuo prossimo romanzo?
Qualche chicca in merito?Ci sono molti progetti in cantiere, quasi tutti sull’orlo di diventare reali. Un romanzo, un libro a quattro mani con un amico giornalista, dei racconti e forse una raccolta dei miei articoli su Grazia, su cui tengo una rubrica dal titolo ‘Il sesso a tempi dell’happy hour’, per l’appunto. Più di così non posso dire, ma prometto di aggiornare il sito e i miei spazi web con ogni novità!

martedì 26 agosto 2008

Booksweb - maggio 2008

intervista realizzata da Booksweb
canale BooksTalk - Stasera mi butto

per vedere il video clicca sul seguente link

Intervista su SickGirl

Intervista apparsa su Sick Girl
di B.Baraldi
potete leggere l'originale a questo link


Un’intervista bollente non poteva inserirsi che in questo agosto infuocato. Le nostre chiacchierate letterarie continuano con Nadiolinda, blogger ma non solo, odia il sugo di pomodoro e ha il vizio delle scarpe. Da luglio cura una rubrica sul sesso sul settimanale Grazia. Leggo dal suo myspace che si è fermata a 27 anni, una bella età, non c’è che dire. Ha scritto un libro: Se non ti piace dillo – il sesso ai tempi dell’Happy Hour (Mondadori). Ma conosciamola meglio.

1-Come è nato il tuo libro? C’è stata l’idea scatenante da cui tutto è partito?
All’inizio è stato un gioco, poi quasi una missione. Con una faccia tosta incredibile, ho provato a proporre al direttore di un magazine molto noto una rubrica in cui volevo raccontare come vedevo io le relazioni della mia generazione. Avevo voglia di fare un po’ di ironia sugli atteggiamenti che spesso si indossano per sentirsi più sicuri e che, invece, spesso non ci calzano proprio e sono la causa dei nostri maggiori fallimenti, in amore come in altri campi. Così, ho cominciato a scrivere. La risposta è stata: molto divertente, ma non c’è spazio per te. E così, ho aperto il blog. Da lì, sono stata letta e contattata: pare che sulle relazioni ci vedessi giusto. E forse avevo trovato al chiave per dissacrarle un po’ senza offendere nessuno.

2-L’importanza del sesso, consigli, strategie ma anche disavventure. Tutto quello che racconti è autobiografico?
No, figurati. Io sono diversa da quello che scrivo. Credo che la storia di ciascuno non interessi a nessuno. L’interesse di un libro sta nel ‘sembrare’ autobiografico abbastanza da potercisi riconoscere ma non identificare. Ovviamente, in un libro uno ci mette la vita così come la vede. Ma poi è bello mantenere un piano di iper-realtà, in cui ognuno sia libero di trovare qualcosa di sé o anche di non essere d’accordo. E’ un po’ come nella pubblicità: deve assomigliare alla vita quel tanto che basta a cogliere i punti salienti, quelli che fanno ridere o commuovere, che sono interessanti o ridicoli; le storie che appartengono a tutti ma che nessuno si augura di vivere mai in prima persona!

3-Il tuo libro è narrato come fosse un blog, non ci sono le maiuscole e il linguaggio è colloquiale e giovanile. La scelta narrativa vuole in qualche modo favorire l’immediatezza?
Come col pomodoro, io sono allergica alle maiuscole. Eliminarle è stata una scelta molto discussa con il mio editore. Ma alla fine ha vinto il tentativo di restituire un flusso di pensiero continuo, quasi caotico, un ritmo di scrittura che potesse fotografare un ritmo di vita che è proprio delle relazioni usa-e-getta. Allo stesso modo, il linguaggio è spesso colloquiale, anche troppo, proprio per mantenere questa sensazione di specchio della realtà. Insomma: io scrivo come mangio.

4-Cito le tue parole:quando si vuole un uomo vale la pena di dirlo e di accettare un eventuale rifiuto. Quello che si deve smettere di fare sono gli interminabili giochini e giochetti di tira e molla. Tanto poi si finisce tutti nudi. Niente corteggiamento per arrivare subito al sodo, quindi? O è una sorta di provocazione?
Il corteggiamento è necessario, ma bisogna saperlo fare. Quello che metto in campo con questa provocazione sono gli stereotipi, quelli che ti insegnano nei film, dove lei sbatte le ciglia e sculetta un po’ e crede di aver fatto la sua parte per conquistare un uomo. La verità è che i sabati sera sono pieni di persone che muoiono dalla voglia di avere una storia e che, però, tornano a casa da sole. Da qualche parte, il cerchio non si chiude. Dunque, quello che insegnano i film e la pubblicità forse non funziona come dovrebbe.

5-Consigli per difendersi dal masficafighe.
E’ molto facile: pretendere di essere trattate con attenzione, come se foste uniche. Il collezionista di donne applica pratiche generiche a ogni preda. Bene: chiariamo subito che non siamo prede, ma persone! Dopo di che, invitiamolo a farsi un giro e guardiamoci intorno: ci sarà sicuramente qualcuno di meglio.

6-La tua storia comincia dal giorno in cui hai mollato il tuo ex in autostrada, lui si è sposato e tu sei felicemente single. Cosa rifaresti e cosa non rifaresti mai potendo spostare le lancette indietro e rivivere questo periodo così denso di avventure?
In effetti, la cornice del libro è la parte più autobiografica. Tornando indietro, non sprecherei nove mesi con una persona così sbagliata per me. Ma non posso rinnegare nulla, perché sono soprattutto le relazioni sbagliate quelle che ti fanno crescere. Sempre che si riesca a uscirne. Diversi lettori e lettrici mi hanno scritto dicendomi che la mia storia li ha aiutati a fare il punto: molti hanno rotto una relazione negativa; e tutti, in qualche modo, sono cresciuti un po’ di più. Ne sono orgogliosa: mi sento un’amica con cui si sono potuti confrontare. Anche a questo servono i libri.

7-Tra i single comandamenti che hai siglato, quale consideri il più importante?
Sicuramente il decimo: ‘Si può sempre dire di no. Magari, però, è meglio pensarci cinque minuti prima’. E’ la regola base del rispetto, per sé stessi e per gli altri. A volte le persone dicono di ‘essere state usate’, soprattutto nel sesso; ma la verità è che, in un clima di libertinaggio e di spavalderia, spesso facciamo cose che non ci sentiamo di fare. Dunque, meglio prima chiarirsi con sé stessi e poi cercare di star bene, da soli o in compagnia.

8-Dalla tua esperienza meglio un meraviglioso rapporto cerebrale e sesso tiepido o viceversa?
Ah ah ah: questa è una domanda trabocchetto, tipo quesito della sfinge. Nessuno dei due, naturalmente. Però è anche vero che quando ci si vuole molto bene, ci si impegna di più per funzionare anche a letto. Mentre un compagno di merende difficilmente si trasforma in un fidanzato, se non scatta quel ‘qualcosa in più’. Comunque, io sono una golosa: amore folle e sesso da urlo!

9-Il mangiacamicia, lo stronzo, l’ometto-kinder, e ancora l’uomo guru, l’uomo ottimo su carta. Il tuo modo divertente e provocatorio di siglare gli uomini. Da quale categoria guardarsi di più?
Da tutti: ragazze, non credete quando vi dicono che gli uomini validi non ci sono. è una bugia per abbassare le aspettative. Un vecchio proverbio delle mie parti dice che quando mangi m##@da, dopo un po’ anche il fango non sembra cattivo. Sbagliato! Se anche il mercato è in crisi, non bisogna abbassare la domanda. Cercatene uno che vi vada bene. Tanto, quando ci si innamora, i difetti non si vedono mica tutti e subito.

10-E per finire l’intervista dicci qualcosa di sick.
Con le storie, bisogna divertirsi, senza farsi troppi problemi, e cercando quello che più ci fa stare bene, qualunque cosa sia. In un articolo che ho scritto sul BDSM ho riportato la lettera di una donna che ha scritto: ‘Ho scoperto che mio marito pagava per farsi prendere a calci nelle palle due volte a settimana. Bastava che lo chiedesse a me e l’avrei fatto gratis’. Viva la sincerità!

Per saperne di più: www.myspace.com/nadiolinda

recensioni su Anobii

Un po' di autorevoli pareri dal web.
Queste recensioni sono tratte da
Anobii

Rudy Waltz
31 marzo 2008

Monte Maddalena Psycho
Come sarebbe stato Patrick Bateman se non avesse avuto quella passionaccia per il black & decker? Se non fosse stato ossessionato dal portafoglio Fisher? Se fosse stato simpatico? Se fosse stato in grado di riconoscere le facce? Se la sua curiosità si fosse indirizzata più verso il dispiegamento ironico dell'interiorità (ove rintracciabile; ma anche ove non rintracciabile è divertente lo stesso) delle sue amanti sulla pagina scritta piuttosto che a quella delle loro interiora sul cellofan steso in salotto? Se fosse stato una ragazza? Se avesse raccontato l'edonismo berlusconiano invece che quello reaganiano? Se fosse cresciuto alla foce della Val Trompia invece che a quella dell'Hudson? Se si fosse concentrato più sulla devastazione delle capacità emotive e affettive ritrovata sezionando i suoi partner con la sua intelligenza e la sua sensibilità, che su quella della società degli yuppies newyorkesi ritrovata sezionando le sue partner con il kit del piccolo falegname?
Se vi siete mai posti una di queste domande, soprattutto l'ultima, questo è il libro per voi.

L'ho trovato un libro molto intelligente, oltre che divertente. Si potrebbe pensarlo, anche, se non come una riscrittura di Brett Ellis in chiave divertita e ematofoba, come un ritratto socio-antropologico della sessualità e dell'emotività di inizio millennio; se non fosse per un piccolo particolare: immaginate di paragonare la scrittrice a Lévi Strauss, e di paragonare il lavoro fatto sulla sessualità dalla Scrittrice a quello fatto da Lévi Strauss tra i Bororo; ora immaginate che Lévi Strauss si fosse accorto di andare pazzo per le larve di termite, ma proprio pazzo; che avesse passato il tempo tra i Bororo più che altro a ingolfarsi di larve di termite, e che avesse scritto i Tristi Tropici strutturandolo proprio intorno a questa passione, infarcendolo di ricette di larve di termite. Ecco. La Scrittrice è troppo appassionata alle larve di termite, per poter dare di esse un'interpretazione critica e strutturale.

Ma l'incarnificazione in ciò che si sta raccontando è un difetto solo per un antropologo che vuole scrivere Tristi Tropici. Per una Scrittrice che parla di un aspetto così divertente della sua vita, e in modo così divertito, no di certo. Da leggere.
***
PS: Denuncio un piccolo conflitto di interessi. Come si vedrà, l'autrice è tra i miei amici. Ma si tratta di quelle amicize di rete, stretta incrociando poche parole e qualche intelligenza comune. Il fatto che le poche parole e le poche intelligenze scambiate mi siano piaciute, dunque, dovrebbe essere un elemento di conferma del precedente giudizio, non un motivo per metterlo in dubbio.

Elena
14 giugno 2008

bella e brava nadiolinda!! libro molto piacevole,finito in due notti, fa sorridere e fa pensare..molto...potrei averlo scritto io dalle molte similitudini col mio pensiero..
in definitiva, mi piace e lo dico!!


Elena Torresani
21 agosto 2008

Questo libro è una fotografia di quello che ci sta accadendo, una sorta di reportage sullo stato dei rapporti sessual-sentimentali della generazione dei trentenni da happy-hour. Ma non solo.

Nadiolinda rivela, oltre ad un tipo di scrittura davvero interessante, una enorme capacità di lettura e di interpretazione di quello che le ruota attorno. Il suo occhio attento e ironico, il suo spirito intelligente e la sua lingua appuntita ci regalano un romanzo-relazione da leggere davvero tutto d'un fiato: spesso ridendo a crepapelle, spesso volendo piangere dalla disperazione. Soprattutto se trent'anni ce li hai davvero e ti sembra che Nadiolinda, in questo libro, stia anche parlando di te e delle tue disavventure "sul campo".

Ophis
27 luglio 2008

Un altro libro conosciuto grazie ad aNobii... arguto, spiritoso e sincero. Fondamentale per capire un po' di più quello che per noi maschietti è l'imperscrutabile mondo femminile. Alcune figure sono descritte così minuziosamente che è facile trovare un po' del proprio vissuto tra le pagine. Un po' di sconcerto iniziale per l'uso della minuscola dopo il punto, ma dopo un po' ci si abitua. I miei complimenti, in attesa del numero due.
Un altro libro conosciuto grazie ad aNobii... arguto, spiritoso e sincero. Fondamentale per capire un po' di più quello che per noi maschietti è l'imperscrutabile mondo femminile. Alcune figure sono descritte così minuziosamente che è facile trovare un po' del proprio vissuto tra le pagine. Un po' di sconcerto iniziale per l'uso della minuscola dopo il punto, ma dopo un po' ci si abitua. I miei complimenti, in attesa del numero due.

Bocca Dorata
6 maggio 2008

Mi è piaciuto...neofita della rete, quale io sono, l'ho trovato utile, potrei definirlo un piccolo manuale d'uso...per non incorrere in cantonate pazzesche...brava Nadiolinda, molto molto simpatica, considerami una della "Sorellanza"...


Giudori
31 marzo 2008

Libro molto divertente con fondo di vecchie verità, sembra strano ma l’eterna lotta fra uomo e donna è sempre la stessa, a 20 30 40 anni e chi più ne ha più ne metta… pensavo ad un nuovo diario di Bridge Jones nei bar milanesi all’happy hour, si, ci sono con tutto il corollario che ci gira attorno ma, c’è anche tutto il mondo del web con blog, chat, seconde e terze vite, avatar infiniti. Incontri e scontri, con catalogazione di uomini e donne, dove tra uomini-ovetto kinder, donnine-venerdì, omoscdrucciolo, donne-borsa e uomini-guru, i due generi, maschile e femminile, non fanno una bella figura, per fortuna è tutto molto divertente, schietto e diretto, e anche molto vero. Una bella prova per un’esordiente.


Isalfmo
19 marzo 2008

Me l'ha consigliato un'amica. L'inizio è shocking, poi ci si abitua. Incalzante, divertente, disincantato.
Lo consiglio a tutti. Brava Nadiolinda!

Bry
5 marzo 2008

Quest
o libro me l'ha trovato Miss e mi ha detto che dalle note di copertina sembravo io. Ho cominciato a leggerlo in treno e ogni parola e ogni capitolo poteva essere stato scritto da me. Nadiolinda è diretta (a volte anche troppo), sincera, sa quel che pensa e quel che vuole. Mi piace! Ora che l'ho finito posso aggiungere che lo adoro ancora di più!!!

Flair - agosto 2008

intervista apparsa su Flair
agosto 2008
di A.Sica
ph. F. Contu

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Cosmopolitan - agosto 2008

intervista apparsa su Cosmopolitan
agosto 2008
di G. Grasso
ph S. Saleri

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martedì 12 agosto 2008

Booksblog - 12 agosto 2008

potete leggere l'articolo originale a questo link

Se non ti piace dillo. Il sesso ai tempi dell'happy hour
pubblicato: martedì 12 agosto 2008 da sara in: narrativa italiana curiosità

Come leggo su Leggere:Tutti, ci si ferma a parlare delle proprie esperienze sentimentali e storie di sesso nelle presentazioni del libro di Nadiolinda, la spiritosa autrice di “Se non ti piace dillo. Il sesso ai tempi dell’happy hour” (ed. Mondadori). Il libro che, dicono le cronache, racconta gli appuntamenti della protagonista, una giovane donna che decide di mollare il fidanzato “ingegnere nell’anima” e di ricominciare a saltare da un letto all’altro.

E durante le sue avventure fa un campionario dei tizi che le capita di incontrare, dal “ometto kinder” all’”uomo Guru” (dall’ormai sfortunato, possiamo dirlo, marchio di abbigliamento), per scoprire che gli uomini funzionano in modo semplice, e la loro vita è regolata da sei impulsi fondamentali: “fame, sonno, felice, triste, cacca, sesso”. Tutto questo alla veneranda età di 30 anni. Fantasia o (speriamo di no) realtà della vita sentimentale dei trentenni di oggi?



venerdì 1 agosto 2008

Booktrailer - In her shoes

Booktrailer
cap.2

IN HER SHOES
montaggio: mikemup
guest star: Tappo


domenica 27 luglio 2008

recensione- Milano

recensione apparsa su Milano Tonight
27 luglio 2008
di Elena Torresani
potete leggere l'articolo originale a questo link


Se non ti piace, dillo - Nadiolinda



Questo libro è una fotografia di quello che ci sta accadendo, una sorta di reportage sullo stato dei rapporti sessual-sentimentali della generazione dei trentenni da happy-hour. Ma non solo.
Nadiolinda rivela, oltre ad un tipo di scrittura davvero interessante, una enorme capacità di lettura e di interpretazione di quello che le ruota attorno. Il suo occhio attento e ironico, il suo spirito intelligente e la sua lingua appuntita ci regalano un romanzo-relazione da leggere davvero tutto d'un fiato: spesso ridendo a crepapelle, spesso volendo piangere dalla disperazione. Soprattutto se trent'anni ce li hai davvero e ti sembra che Nadiolinda, in questo libro, stia anche parlando di te e delle tue disavventure "sul campo".

giovedì 24 luglio 2008

Bresciaoggi-24.07.2008

Intervista apparsa su Bresciaoggi
24 luglio 2008
di D. Bonetti
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martedì 1 luglio 2008

ComixX - luglio 2008

recensione su ComixX
clicca sull'immagine per leggere l'articolo




per diritto di replica, mi riservo di dire quanto segue:

- l'utilizzo delle minuscole è del tutto personale. ha a che fare con la scelta stilistica di un flusso continuo nella narrazione, che si ritrova anche in un utilizzo di parlato e indiretto amalgamato. è anche il primo indizio di molte citazioni interne alla letteratura futurista, di cui ci sono tracce sparse un po' ovunque. che qualcuno non le individui, posso capirlo. ma ricordo che un libro pubblicato da mondadori passa attraverso l'occhio di molti lettori. e che una scelta come quella di pubblicare senza maiuscole non è né presuntuosa né azzardata.

- l'autore del pezzo si permette di mischiare nomi come quello di Camila Raznovich e Melissa P., cercando un effetto ironico di denigrazione e svalutazione di una 'certa' letteratura. bene: quella 'certa' letteratura è apprezzata e condivisa con attenzione perché riesce a ritrarre efficacemente una 'certa' realtà, molto più di altri scritti. a questo proposito, invito l'autore a visitare il mio blog sulla letteratura veloce: sai mai che ci sia un cambiamento che si sta perdendo!

- quanto alle lenzuola sboracchiate e ai cazzi molli... mi dispiace che nel mio libro non ci sia materiale per seghe. forse ha cercato nel reparto sbagliato!

venerdì 6 giugno 2008

Leggere tutti - n.31 luglio.agosto 2008

intervista apparsa su Leggere Tutti
luglio.agosto 2008 - n.31
di L. Gorini
ph: S. Saleri
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martedì 3 giugno 2008

CityVox - giugno 2008

intervista apparsa su CityVox
giugno 2008
di L. Gorini
ph: F. Contu
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sabato 10 maggio 2008

Telefilm Festival - MI 8.05.2008

Telefilm Festival 8 maggio 2008
Milano - Teatro Apollo
Tavola Rotonda - A tutto sesso siamo serial

giovedì 8 maggio 2008

Radio 2 - 8.05.2008

intervista realizzata per Radio2 - L'uomo della notte
conduttore Maurizio Costanzo

traccia audio .aiff (136.4 mb)
per scaricare il file dell'intervista clicca qui

martedì 6 maggio 2008

Qui Brescia - maggio 2008

intervista apparsa su Qui Brescia
maggio 2008
di C. Lucà
ph. F. Contu

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domenica 6 aprile 2008

Gisy Scerman intervista Nadiolinda - 6.04.2008

potete leggere l'intervista originale sul blog di Gisy a questo link

06 aprile 2008

Se non ti piace, dillo: intervista a Nadiolinda

Spesso diciamo, abbastanza spesso - dopo che era uscito l'ultimo mio libro, mi son arrivati diversi manoscritti, più o meno non interessanti; (anche perché se son troppo lunghi) davvero non ce la faccio mentalmente a mettermi a leggere su schermo, ma era poi capitato anche uno che mi aveva "preso bene" - e non mi capita così spesso. Buon andamento narrativo, ironico, intelligente.
Bene, quel allora manoscritto che un anno fa circa ancora si trovava in maniera embrionale ora è uscito nelle librerie. Un'indagine veritiera e ironica sulla sessualità e sui rapporti ai giorno d'oggi. Nadiolinda al di la dell'argomento sesso (che no si sa perché ma sembra sempre squalifichi una qualità artistica), credo che porti in sé un'autrice che ritroveremo in futuro.

Se non ti piace dillo. Il sesso ai tempi dell'happy hour
ed. Mondadori
autrice Nadiolinda
14 euro

Ecco qui l'intervista a lei fatta. Voilà.

Come ti è venuta l’idea di questo libro? da molto tempo, volevo scrivere di come vedo le relazioni, di quello che sento dalle persone che incontro, di come vedo IO la cosa. volevo dare un punto di vista e una possibile soluzione. ho anche inviato a più di una rivista l’idea di una rubrica, ma non ero nessuno e anche se l’idea era buona, è stata scartata. così ho aperto un blog. e sono una di quelle strepitose paracule che è stata contatta da più di un editore. così, è nato il libro. con una sola regola imposta dall’autrice: solo sesso – qui non si parla di amore.

Perché escludere l’amore a priori? In fin dei conti l’amore se c’è, quando c’è - ha anche delle implicazioni attrattive sessuali…anche se certo può essere assolutamente non reversibile il concetto…
io ho una scala di valori ben definita e pure un po’ rigida: ci sono le relazioni di serie A e quelle di serie B. a voler essere più generose, per le relazioni funziona un po’ come nel calcio, con le divisioni e le categorie. e sei bravo, ti impegni, ti alleni, ti comporti bene e ti va pure un po’ di culo, puoi passare via via da una divisione all’altra, fino alla serie A. quello che mi interessava era mettere a fuoco tutte le relazioni di serie D, e tutti quelli che pensano che per arrivare in serie A basti molto culo e un buon agente. non certo impegno, fatica, costanza, disciplina, tecnica, allenamento, sudore, oltre a un pizzico di fortuna. quindi, niente amore, ma relazioni da buffet. che sono risibili e comiche e se ne può parlare con leggerezza. anche d’amore si può parlare con leggerezza. però l’amore, come lo intendo io, è una cosa buona. e rara. e preziosa. e sacra.

La decisione di firmarti “nadiolinda” e non il tuo nome per intero?nadiolinda è un sopranome nato per caso. me l’ha dato una collega, anni fa. mi è piaciuto da subito. e nella mia vita virtuale è stato particolarmente azzeccato. suona innocuo, simpatico, frizzantino. ma, allo stesso tempo, il suffisso “linda” risveglia ricordi legati alla mitica gola profonda che regala un pizzico di malizia in più. sembrare santa e puttana allo stesso tempo non mi dispiace affatto.


Non credi questo “modo di sentirsi-farsi trovare agli occhi degli uomini” sia uno stereotipo molto diffuso dagli anni ’70 in poi nel genere femminile, anche se c’è chi naturalmente non lo ammette con tanta libertà…Agli uomini piace però, questo è vero…

noi siamo occidentali e ragioniamo a categorie. io per prima. impossibile essere diversi. in più, l’esperienza e la capacità di fare paragoni e di crearsi aspettative è l’unica arma a disposizione per combattere l’ignoto, l’incerto, il futuro. e cosa è più carico di aspettative future di una nuova conoscenza che forse può diventare...? chissà.


Titolo “Se non ti piace dillo – Il sesso ai tempi dell’ happy hour “– happy hour un termine che mi prende male già a suono, (e per fortuna tu ne fai ironia). Indica non la società, ma quello che la società vorrebbe rappresentare. Ora su questo modello (americano) dell’ora felice…l’ora poi dei giovani, perché ora “è solo dei giovani” il mondo anche se è governato dai decrepiti, i giovani che rappresentano il potere, la bellezza, il sesso…dove sono queste ore felici, o meglio; è davvero solo un’ora felice perché si costruisce la vita attorno a quest’idea di ora felice….
l’happy-hour è per me il momento delle relazioni facili e veloci, tra quelli che si pensano giovani per sempre. in realtà, è un momento che non esiste e che può creare seri problemi relazionali. è una fregatura, come san valentino. il 14 febbraio è un giorno qualunque. ma siccome c’è la festa degli innamorati, se sei in coppia e non hai voglia di festeggiare sei stronza. se sei single e non te ne frega un cazzo, te la tiri. comunque, ne esci sempre male.
il tipo più entusiasta dell’happy-hour è quello che io chiamo masticafighe, che si sceglie le relazioni dal buffet e cambia menù in continuazione. spilucca, ma non degusta. si abbuffa, ma non fa mai una cena vera. “non conosco nessuno che abbia cambiato totalmente il suo approccio nelle relazioni. mi spiego: un masticafighe resta fedele al suo motto per tutta la vita: vidi, vinsi, venni. e mai richiamai. può cambiare tattica, tipo di preda, modificare l’approccio. ma non si trasforma magicamente in uno che inizia sul serio una storia. questa è l’epoca dei locali stilosi e degli aperitivi happy-hour, non dei castelli con cavalieri e principesse. qui chi vuole vivere per sempre giovane e sulla piazza può farlo. realmente, può farlo. l’habitat naturale dei masticafighe è proprio la piazza, quella degli aperitivi del venerdì dalle diciannove alle ventitrè


Lo vedi un fenomeno reversibile?
non sono ottimista. i nostri modelli vanno sempre più verso la netta divisione sante/puttane, machismo/gay, avventuretta/amore eterno. è come se la realtà, con le sue gradazioni di grigio, non esistesse, venisse costantemente negata. ho parlato di cose che possono succedere a tutti, cercando di sdrammatizzare e utilizzando l’ironia per dire: siamo comprensivi, può capitare. siamo un po’ tutti così. ogni categoria ci appartiene.

ma la verità è che i modelli proposti, e i luoghi comuni che direttamente ne derivano, tendono all’identificazione con un estremo e a negare l’opposto. radicalizzare i comportamenti relazionali e sessuali, significa ledere profondamente la libertà di un individuo e mantenerlo in uno stato di perenne frustrazione e inadeguatezza. se io impongo il concetto che esiste l’uomo perfetto e che il matrimonio sia il coronamento di una favola, non permetterò alla persona di vivere serenamente un’esperienza di distacco, di divorzio, di separazione: la costringerò a pensare che ha fallito e che, se non appartiene alla favola, è una sorta di “dannato”.


Un libro che parla molto di sesso e nell’evoluzione anche dei rapporti virtuali; in fin dei conti si potrebbe dire che ce n’è tanti di libri simili in commercio.. convinci chi ti legge questa intervista a dare delle motivazioni perché anche questo libro tra altri …
quando ho iniziato a scrivere, volevo ottenere due risultati: far ridere di cuore e di pancia e, soprattutto, fare in modo che, quando uno chiude il libro, veda la realtà come la vedo io, che non so mai essere né seria né rispettosa. penso di esserci riuscita: Se non ti piace, dillo! lascia aperte domande e aiuta, attraverso la risata, a esorcizzare tutte quelle piccole paure e insicurezze che spesso diventano una palla al piede quando si cerca di essere felici. e avere una seconda vita...bhé: non è solo un piacere altissimo, ma anche un diritto sacrosanto. e nella seconda vita si può essere egoisti e non ci sono regole. viva il virtuale!

Gli uomini ne escono un po’ distrutti dalla descrizione, ma alla fine se è vero che ne parli “male” è anche vero che ne parli male con un certo affetto…

gli uomini hanno il dono della leggerezza. che non è da confondere con la superficialità, ma con la capacità di vivere molto più nel presente. è una dota innata, che io trovo in moltissimi uomini, salvo il fatto che ognuno è diverso. è che bisogna un po’ ripensare ai ruoli e se ne parla poco e male. quando si fa un’analisi sociale si tende a rimpiange un passato che non c’è più (e chissà se mai è esistito) e intanto, però, non si offre via di uscita. non sono i ruoli prestabiliti che fanno funzionare una coppia. “dopo la rivoluzione sessuale si sogna un nuovo maschio. quello smaccatamente romantico, stile principe azzurro, è fuori moda: è colloso e poco invitante. forse forse può andare ancora bene per qualche fantasia dei giorni di mestruo in cui si è più sentimentali, ma non certo per una vera relazione. e non va bene nemmeno l’altro estremo: l’egoista che non chiede mai nulla, il rude maschio orgoglioso di esserlo. stiamo tutti nel mezzo, in un magma indefinito di identità violate, in cui gli uomini non sono troppo maschi e le donne sono meno femminili. e quando si gioca al gioco delle coppie, è il caos”.

Appunto…i maschi si femminilizzano e le donne si maschilizzano; le regole dell’attrazione variano? Credi che l’immaginario sessuale futuro tenda ad un modello androgino; o che per ristabilire un equilibrio ci sia bisogno effettivamente di differenze?
il modello è già oggi androgino e asessuato. ero giusto al cinema a vedermi il film di moccia, culto dei miei ragazzini con cui mi capita spesso di lavorare nei licei. moccia ritrae i modelli a cui non c’è adolescente che non voglia assomigliare. ma le ragazze sono magrissime e senza seno, i ragazzi effemminati e con gambine a stecchino. non hanno muscoli così come non hanno carattere. anche i gruppi musicali puntano su un look ambiguo e indefinibile: basta guardare il successo planetario dei tokio hotel che sono dei manga con un cantante che non si sa da che parte tiri. il futuro non è solo androgino: è pure un po’ pedofilo. se per noi il meglio possibile è dimostrare tra i 25 e i 35 anni massimo, per la prossima generazione il look ottimale si è spostato a 19 anni. meno di 19 è pure meglio.

Naturalmente non risparmi mica anche il genere femminile…
le donne sono terribili. lo dico da donna e con molto affetto, ovviamente. è solo che non sopporto alcune caratteristiche, molto diffuse. ad esempio, la manìa di flirtare sempre e con chiunque, ma senza ben sapere che cosa stanno cercando. o l’invadenza nella vita del compagno. o la difficoltà a prendersi sempre più del 15% di colpa nel fallimento di una storia. è come se le donne, con l’autocoscienza, si portassero oggi addosso un senso di insoddisfazione perenne e di frustrazione che gli è davvero difficile razionalizzare e abbandonare. insomma: vogliono sempre di più, vogliono essere perfette. ma sanno che non è possibile. e allora che si fa? la mia risposta è fin troppo diretta e cattiva: basta menate. cresci!

Cosa ne pensi della pornografia; perché in genere sembra che il fruitore debba essere uomo, e la maggior parte delle donne, indietreggia a questa parola come se fosse la cosa più orrenda e anti-morale della terra…
io trovo la pornografia divertente. raramente l’ho usata per eccitarmi o per accendere una serata, però sono curiosa come un’antropologa. la pornografia mi permette di vedere alcune delle mie fantasie realizzate dal vero.
non sottovalutare il fatto, però, che io nasco e vivo solo la pornografia su internet. i film porno “alla vecchia” mi annoiano a morte. così come quelli in cui si tromba e basta. per me gli attori porno sono al pari degli atleti da circo. e mi aspetto ogni volta di essere sorpresa!

Dalla tua descrizione narrativa, sembra che ci sia in realtà una gran paura dei sentimenti, L’effetto casco scrivi. Secondo me è molto vero, credi sia una condizione molto differente rispetto anni fa?
bhè, sì. la cosa si lega a doppia mandata alla nostra immersione nei rapporti virtuali che ci permettono di limitare molto la sofferenza. un amante in chat o uno che ti scrive via mail o che ti corteggia con gli sms non ti può far davvero soffrire. e, se lo fa, lo cancelli rapidamente, dai tuoi contatti e dal tuo cuore. ma il dolore di un abbandono vero, quando hai condiviso una relazione fatta di quotidiano e di impegno... in effetti, qualcuno non esce mai intero nemmeno dal primo fallimento sentimentale.

Però inutile negarlo; il virtuale ad un certo punto ha varie implicazione anche sul reale. Si cerca dal virtuale per poterlo trasportare sul piano reale; poi quando successe - ha le stesse implicazioni della realtà reale, con l’aggiunta di una più probabile delusione forse…si comincia come un gioco e ci si può incasinare per mancanza di prospettiva, pure quella emotiva…
anche un avatar può sentire dolore e sofferenza, pur rimanendo un contatto puramente virtuale. quando una relazione o un rapporto senza odore passa sul piano della conoscenza personale è bene aver chiaro che sarà diverso. e, perché sia migliore, bisogna che la propria bilancia interiore assegni già a priori alla vita vera un punto in più, proprio perché è “reale”. guarda noi due: io ti leggevo e mi piacevi. e non sapevo che persona avrei conosciuto incontrandoti. ma solo per il fatto che diventavi una persona vera, sapevo che avrei saputo più cose di te, avrei imparato molto di più, avrei visto le tue contraddizioni, le tue sfaccettature, le tue emozioni, come affronti davvero la vita. questo, per me, era già un valore aggiunto rispetto al talento. non ho mai pensato per un solo secondo di deluderti o di rimanere delusa. semplicemente perché la realtà, con la sua complessità, è già molto di più del mio piccolo mondo sicuro al di qua dello schermo.

A me questo libro è piaciuto perché mette in risalto il condizionamento che “la moda” – ha sulla sessualità, e credo sia vero; si idealizza un modo migliore per piacere in base a delle costruzioni sociali.
nelle relazioni veloci conta l’apparenza. conosco donne che hanno saltato appuntamenti perché non si erano fatte la ceretta. la difficoltà a presentarsi imperfette e con qualche difetto ci castra brutalmente. ed è una cosa assurda perché nemmeno le modelle sono “modelle” anche nella vita. anche la campbell ha le emorroidi e i geloni e la schiffer fa la cacca tutti i giorni e avrà la fiatella appena sveglia e i punti neri e le ciccette. esiste photoshop, ma pare che il mondo ogni tanto se lo dimentichi. e per gli uomini è lo stesso: vestiti, atteggiamenti, pose. il look sembra imprescindibile. la cosa più inconcepibile che io noto è la diffusa fobia degli odori del corpo, che si tende a nascondere e a coprire a tutti i costi, a volte davvero al limite del patologico.
io racconto di una serata in disco in cui tutti mi paiono costantino il tronista. “costantino non esiste. nemmeno costantino è costantino nella vita. la creatura che noi chiamiamo costantino è un avatar in 3d, che si muove male e parla poco. però ha sempre dei vestiti fantastici e degli accessori azzeccati. le persone che ci sono qui stasera, che non puzzano ciondolandomi vicino, che non sento e non hanno nulla di vero, di reale, di vivo, sono in realtà impegnate in una missione molto più alta del semplice ballare in pista. sono concentrati nell’immedesimazione totale, nel tentativo di diventare essi stessi l’avatar di costantino, ovvero: l’avatar di un avatar”.

Ma poi appunto si idealizza e si insegue un modello che nella realtà, nella quotidianità non esiste, uno palpa una tetta e si trova una protesi in mano, sembra che se prendi il cellulare della pubblicità diventi il più bell’uomo del mondo, poi invece resti lo solito sfigato insomma. Tutto ci porta lontano dal reale. E’ una nuova semplice “evoluzione” sociale o qualcosa che fa danno, e lo farà sempre più?
strategie di marketing, tutto qui. quando io ero piccola, sognavo di avere sempre la nuova barbie, ma non perché mi piacesse davvero. è solo che nella pubblicità ci giocavano sempre tante bambine insieme, belle e sorridenti e felici e io volevo essere una del gruppo. ma poi sono cresciuta e ho acquistato capacità critica. invece, mi pare a volte che si tenda a diventare ebeti, anziché adulti. senti questa: un giorno un tizio compra un cellulare fighissimo e costosissimo. fa una follia e se lo compra a rate. poi il giorno dopo va a sciare e lo perde nella neve. il cellulare è impermeabile, così lui lo fa squillare e lo sente sotto la neve, ma non lo trova più. e sai che fa? i debiti per comprarsene un altro perché ormai già l’aveva detto a tutti e non poteva sfigurare. duemila euro per un telefono che fa tutto, ma non so se fa bene il telefono. assurdo! persone così hanno la mia stessa brama infantile e la pagano coi soldi loro.

Mah loro…appunto fanno i debiti; ormai credo che tutta questa virtualità, porti pure a non avere il senso reale del soldo oltre tutto il resto…buona parte della gente vive con soldi “virtuali”… tempo fa questo pure era meno possibile… c’è più inutile e si lavora molto di più per questo inutile idealizzato come necessario status sociale, e questo diventa un altro “linguaggio” ma poi non basta, c’è troppo inutile da dover avere.
avere debiti e carte di credito è condizione normale. noi veniamo al mondo già con un grosso debito sulle spalle. saperlo significa portarsi già addosso un senso di inadeguatezza che, viene detto, non ha soluzione. così, vivi e spendi come se non ci fosse un domani. e come se le cose che compri ti rendessero davvero felice. ma la tua felicità non può dipendere dalle cose. non può nemmeno dipendere dalle persone, a dirla tutta. la tua felicità non dipende che da te stesso e, dunque, non te la puoi comprare. scrive pessoa: “devono esserci isole, verso il sud delle cose, dove soffrire è qualcosa di più dolce, dove vivere costa meno al pensiero. e dove è possibile addormentarsi al sole, e svegliarsi, senza pensare al giorno del mese o della settimana che è oggi”.

barattiamo il nostro tempo e la nostra vita per cose e siamo una minoranza sul pianeta. davvero, viviamo nel paese dei balocchi e abbiamo perso il senso della realtà della vita, della sua essenza, del perché vale la pena di essere al mondo. non solo per i debiti, naturalmente. per i valori comunitari. per gli ideali. e anche per le relazioni. vivere non può essere “ammazzare la noia”.
Una cosa che mi ha fatto molto piacere, è vedere questo libro tra quelli di umorismo…in genere quando si parla di sesso, comunque lo si faccia, si viene catalogati nel genere erotico, anche se si può parlare benissimo di sesso senza essere libidinosi…
mi hanno messo dappertutto. in una libreria qui vicino ero tra “risveglia la tua vita di coppia” e “tutto quello che non sapete del kamasutra”. ho fatto una scenata con la proprietaria e ho conquistato la vetrina. il mio libro non è pruriginoso e non voglio far eccitare nessuno. figurati! la cosa più trasgressiva che c’è è un pompino sulle scale! i trombatori duri, quelli veri, lo leggono e mica gli tira, seee. io parlo di quelli che parlano tanto di sesso ma chiavano poco e maluccio. e pure un po’ di malavoglia, a dirla tutta.

Però c’è poco da fare se si parla di sesso lo stereotipo che ci si appiccica è quello erotico…anche qui il mercato ragiona per settori, sennò non sei catalogabile, e quindi se non sei catalogabile sei meno vendibile…
alle leggi di mercato è quasi impossibile opporsi. entrare in una categoria è necessario, è vero. l’importante è non sentirsi sviliti, avere bene in chiaro cosa si vuole comunicare e continuare a dirlo, sempre più ad alta voce. il culto indiscriminato di sé e l’ autoaffermazione aprioristica sono malattie del nostro tempo e della nostra società. il web né è la prova lampante: tutti si vogliono bene, sono tutti bravi, ci si fa i complimenti, si è tutti artisti e spettatori ammirati. e la verità è che siamo un magma indefinito di banalità, riferimenti, assenza di provocazione, censure accettate nel silenzio, omertà e allineamento. non c’è mai un sito volutamente brutto. se ci sono contenuti “contro”, c’è subito una censura che interviene. e la cultura veloce te la serve wikipedia on-demand, il regno della tuttologia senza approfondimento.

Al di là della moda, perché il sesso piace sempre così tanto…
di sesso se ne parla, ma a dire che piace davvero... non ne sono così sicura, ecco. mi pare che attualmente, il gusto del look e il piacere della conquista vincano molto di più sui pruriti inguinali, genuini e un po’ maiali. anni fa è uscito un testo teatrale inglese quasi profetico, intitolato “shopping & fucking” dove i protagonisti dichiaravano senza tante remore che il vero piacere della loro vita era lo shopping mentre le relazioni, in realtà, erano stress puro.

Ah io son pienamente d’accordo…ma intendevo; perché il sesso comunque sia, attira sempre molto l’attenzione, al di là che piaccia più o meno – insomma più direi che tiene la guardia dell’ascoltatore più di qualunque altro argomento…
rispondo con una cosa che riguarda me. io trovo che la vita sentimentale ed emotiva di ognuno sia la parte più interessante della sua esistenza. e così, chiedo sempre in proposito, faccio domande, mi interesso molto. di conseguenza, mi interessano le abitudini sessuali e le fantasie delle persone. in generale, però, si parla di sesso proponendo modelli improponibili e inarrivabili di machismo e ninfomania cronica. attraverso i modelli sessuali si entra profondamente nella testa delle persone. e l’imposizione di riferimenti e di modelli alla libido è un ulteriore incatenamento della volontà individuale.

Rapporti Web, pro e contro...più pro più contro per quel che ti riguarda?
non saprei, sono molto diversi tra loro. io ho dei chatter e degli essemmessatori che adoro e di cui non potrei mai fare a meno. “tecnicamente, siamo dei nostalgici della chat come veicolo di messaggi fatti semplicemente di parole. la usiamo come un’estensione degli sms. è così rilassante chattare con loro...” certo è che, per me, il reale pesa ancora più del virtuale e le relazioni e i rapporti non diventano veri finché non lo sono per davvero, nella realtà, finché con una persona ci parlo guardandolo?a negli occhi e sentendone l’odore. fino ad allora, sono situazioni di svago, conoscenze un po’ così. questo fa di me una zia preistorica rispetto, invece, ai ragazzi di 15-25 anni.

Quali sono a tuo avviso le differenze fondamentali tra la sessualità maschile e femminile?
ah ah ah... se te lo dico, poi cosa vinco?? magari fosse così semplice. se senti una donna parlare dell’uomo che desidera, ti racconterà sempre che lo cerca dolce, gentile, affettuoso, che la ascolti e la comprenda, che sia carino e paziente. praticamente: la sua migliore amica dotata di pisello. ma non ho mai trovato una che non sia disposta a mollare quello carino per uno che la sbatta contro un muro senza ricordarsi il suo nome.

E’ troppo reale questa affermazione in genere, ma anche le stronze attirano gli uomini di ogni casta mi pare, o molto meno?
se la cosa è voluta, possiamo solo dire che un rapporto con ruoli definiti di sadismo e masochismo è appagante da subito. per quanto riguarda invece la maggior parte delle relazioni sbagliate...bhé, il consiglio che mi capita di dare spesso agli uomini innamorati di una stronza e palesemente infelici, è quello di tutelarsi e trovare una donna che li ami e che li rispetti e che non li svilisca sistematicamente.

Qual è la parte di questo tuo libro che senti più tua…il messaggio più importante che ti senti di dare.
questa è facile: il vestito rosso. che per me rappresenta metaforicamente il punto-zero che bisogna fare nella vita. ovvero: farsi chiarezza, capire cosa si vuole dalle relazioni e poi avere il coraggio di cercarlo e di chiederlo. “non è una cosa da poco, devi avere la testa per indossare un abito così e uscire. un vestito rosso fa la differenza. se entri in una stanza, in un locale, in una casa, se sali in metropolitana, sull’autobus, sul tram, dovunque tu vada sei responsabile di un improvviso cambio di atmosfera. sei il punto rosso di una realtà grigia. è come quando dici sì con sincerità. o quando ti innamori di una persona. queste cose non sono prevedibili. accadono e basta”.

Cosa ti aspettavi e cosa hai trovato come reazione a questo libro fini ad oggi?
una dote che coltivo è la sostanziale tendenza a non avere aspettative. quindi, mi sono buttata allo sbaraglio senza ben sapere cosa aspettarmi davvero. chi mi legge, spesso mi scrive. ricevo parecchie mail. sono molto educate, qualcuna ovviamente di chi vorrebbe trombare. ma in generale, mi scrivono perché si sono divertiti, perché li ho fatti pensare, perché si sono riconosciuti in qualche situazione o in uno o più tipi. e qualcuno mi chiede anche consigli di cuore.

Di fatto quindi, anche se questo è fondamentalmente un libro sul sesso, quello che viene chiesto di più è la gestione dei sentimenti…forse è ancora il problema numero 1…più che il sesso…
il sesso cambia le cose. difficile avere passione per la passione e basta. ancor più difficile è ammetterlo, gestire la cosa con tranquillità e farsene una ragione. scrivo che “il sesso cambia molto e dice tutto. inutile illudersi del contrario” e che “la prima volta che si va a letto con un uomo è molto significativa”. fare sesso in modo appassionato significa esporsi. spesso non si riesce a gestire proprio questa dinamica e si cercano conferme, quasi con ansia. credo di non aver mai fatto sesso senza sentimenti: la persona con cui stavo mi attraeva e mi interessava e dedicarmi a lei mi pareva la cosa migliore che potessi fare in quel momento. e a volte sì, è capitato di scambiare l’interesse e il desiderio per qualcos’altro. ma poi è bastato fare un paragone: l’amore, quando c’è, è rosso e lampante. è tutt’altra cosa.

Osservazioni e domande che ricevi più frequentemente?
la domanda più frequente è se io credo nel principe azzurro e nell’amore. io rispondo che sono cose diverse. l’amore esiste, non è una fede, anzi: è una cosa molto reale che, di conseguenza, richiede un impegno vero e concreto. e anche molta disponibilità a investire e rischiare del proprio. il principe azzurro, invece, esiste solo nel magico regno di san valetino. personalmente, preferisco quello che ti fa fare la notte in bianco a quello che ti porta a spasso sul cavallo bianco.

Apprezzano più uomini o più donne? Chi ti conosceva come ha preso quest’uscita?
io scrivo come parlo e parlo come sono. chi mi conosce e poi mi legge, ride con più gusto perché si immagina me che parlo. ho finora un gradimento pari merito tra uomini e donne. per fortuna, nessuno si è offeso. anzi: ho ricevuto un sms da uno degli uomini peggiori che descrivo nel libro in cui mi ha scritto “fantastico! sono il più stronzo di tutti. wow!”. che dire di più?

Ecco un’altra questione, oggi essere “stronzi” è “quasi” una qualità…qualcosa che addirittura eccita. C’è un’enfatizzazione del negativo ribaltato a valore positivo…si capisce bene anche dalle pubblicità… cosa ne pensi?
l’uomo che non deve chiedere mai... è muto. molto semplice. la nostra epoca -e parlo specificatamente di Italia- vive la restaurazione cattolica e l’inasprimento della dottrina della coppia eterosessuale. parallelamente, come già in passato, si diffonde e vince nell’immaginario collettivo la mitologia pagana dell’amour-passion, che è specificatamente l’amore per la persona che non puoi possedere, che non puoi avere, che è distante.
aggiungi che innamorarsi di uno che non ci vuole, oltre a manifestare una probabile natura masochista, rivela un’immaturità sentimentale e relazionale e forse anche il desiderio inconfessato di un avere davvero un compagno accanto, una storia su cui investire.

Cos’è che può far scandalo oggi?
le persone adorano scandalizzarsi, lo fanno in continuazione e per tutto. io mi faccio scandalizzare dalla stupidità.

Allora ribalto la domanda, cos’è che non ti scandalizza? Visto che c’è davvero poco di non stupido a disposizione oggi…
non mi scandalizza la libertà di pensiero e la disinvoltura delle persone, semplicemente perché sono ben cosciente che il mio senso di giusto/ingiusto e di bene/male non è uguale a quello di nessun altro. mi scandalizza anche l’invidia, soprattutto quella dei più vecchi verso i più giovani, che si manifesta spesso in denigrazione, umiliazione, mortificazione.

a volte mi scandalizza la paura insensata e irrazionale della morte e la voglia di sopravvivere -in qualunque condizione- per un tempo indefinito. quando succede, mi sento rispondere che è perché sono giovane e ho la testa per aria.

Tre cose che vorresti esistessero e tre cose che elimineresti ad occhi chiusi
tra le cose che vorrei: il teletrasporto, trentasei ore al giorno di cui almeno quattordici per dormire e appartamenti grandi a costo bassissimo. tra le cose che vorrei eliminare: le pubblicità con il cibo che si muove da solo, le leggi vergogna che considerano le donne semplici uteri e i mocassini.

Cosa hai in cantiere per il futuro…

un nuovo libro, presto, spero. appena avrò il tempo di lavorarci. per “il tour ai tempi dell’happy hour” io e il fido amico e musicista blodio abbiamo strutturato una proposta di letteratura elettronica sperimentale. la formula sta andando così bene che mi hanno proposto di trasformarlo in un monologo da teatro. credo lo farò.


Una frase che vorresti dire a tutti

non ne ho nessuna. ma se invece intendi una frase che voglio si ricordi di questo libro, forse è questa: “quando si vuole un uomo vale la pena di dirlo e di accettare un eventuale rifiuto. quello che si deve smettere di fare sono gli interminabili giochini e giochetti di tira e molla. tanto poi finiamo tutti nudi”.